
Non da uomo libero: le indagini sono ancora in corso e pertanto, dovrà sottostare a una serie di restrizioni. Dovrà risiedere nella propria residenza di Coatesville (Nuova Zelanda), dalla quale non potrà allontanarsi per più di 80 km; per ogni spostamento all'interno di quel raggio dovrà comunque avvisare la polizia 24 ore prima. Se il giudice ha deciso di rilasciare Kim Dotcom è perché la polizia sembra aver completato il sequestro dei suoi beni: a questo punto non ci sono più i mezzi perché il fondatore di Megaupload possa lasciare la Nuova Zelanda e sottrarsi alla giustizia. Dotcom continuerà da casa la propria battaglia contro l'estradizione negli USA, e nel frattempo non potrà collegarsi a Internet: anche questo gli è stato vietato come parte delle condizioni per ottenere la libertà provvisoria. Il procuratore Anne Toohey ha tuttavia ribattuto che tale divieto è indispensabile per evitare che Dotcom dia vita a una nuova versione di Megaupload, basata però in uno Stato in cui la legge non riesca a raggiungerlo. Paul Davison, suo avvocato, ha cercato di opporsi, sostenendo che negargli l'accesso alla Rete sia come «dirgli che non può avere accesso al telefono», dato che Internet gli servirebbe per tenersi in contatto con i difensori che lavorano per lui in territorio statunitense.
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