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Questa sensibile novità apre scenari molto interessanti nelle amministrazioni.
La possibilità d'introdurre software libero o a codice sorgente aperto negli uffici potrebbe portare ad una sensibile riduzione dei costi. Ovviamente dovremo valutare se l'obbligo di valutare porterà ad incremento dell'uso nelle P.A., ma questa è un'altra storia.
Resta sopratutto inespressa la valutazione sulla proprietà dei dati. L'altra ragione per la quale si vuole introdurre il software libero o a codice sorgente aperto è legato all'impossibilità di controllare al 100% la proprietà dei dati con i software di maggiore diffusione nella P.A. Questa prerogativa è stata evindenziata molto fortemente dai governi tedeschi. Essi hanno sempre considerato come strategicamente rilevante la necessità del mantenimento del pieno controllo sui dati. Di questo in Italia ancora non si parla. Evidentemente è troppo forte la subordinazione alle lobby di oltreoceano.
Ecco il testo dell’emendamento:
(Introduzione utilizzo software libero negli uffici della PA per la riduzione dei costi della PA)
1. All’articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni ,al comma 1 sostituire la lettera d) con il seguente: “Acquisizione di programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto.”
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