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Tuttavia, rispetto alla situazione che si delineava alla fine di dicembre, quando il caso relativo ai cyberlocker doveva ancora scoppiare, le cose ora stanno un po' diversamente: non sono più i siti BitTorrent a essere considerati i "nemici numeri uno", ma proprio quelli che offrono servizi di file hosting.
Alfred Perry, vicepresidente della Paramount Pictures con l'incarico di occuparsi della tutela dei contenuti a livello mondiale, ha dichiarato che la Paramount segnala periodicamente i cyberlocker più pericolosi.
Tra questi, cinque in particolare sono quelli che le major vorrebbero vedere chiusi il prima possibile: WUpload, DepositFiles, FileServe, MediaFire e PutLocker.
Insieme - sostiene Paramount - questi siti totalizzerebbero 41 miliardi di pageview all'anno, ossia «oltre cinque per ogni abitante della Terra».
«I cyberlocker rogue non sono solo un centro di distribuzione per film e show televisivi rubati» - si legge in un rapporto recente. «sia gli utenti che caricano i contenuti che i gestori dei siti possono guadagnare denaro. A mano a mano che il traffico video in Internet cresce, la minaccia proveniente dai rogue cyberlocker che traggono profitto dai contenuti rubati aumenta rapidamente».D'altra parte la MPAA da tempo conduce una propria battaglia contro quelli che definisce «rogue cyberlockers», spiegando che sarebbe l'intero modello di business adottato da questi servizi a rappresentare una seria minaccia.
Se poi alle segnalazioni della MPAA seguirà un'azione da parte del Dipartimento della Giustizia USA, così com'è stato nel caso di Megaupload, ancora resta da vedere; certo non è impossibile.
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