Guadagna online

Fidelityhouse.eu

sabato 1 settembre 2012

La tassa su Google News


Google News
«Un giorno nero per l'Internet tedesca»: così Kay Oberbeck, dirigente di Google in Germania, definisce la legge appena approvata dal Parlamento locale.
Si tratta di un intervento normativo su una materia che ha già fatto discutere in altri Paesi: Google News deve compensare in qualche modo i siti da cui ricava le notizie che ripubblica?

La questione, già affrontata per esempio in Belgio e in Italia, non è così semplice.
Da un lato, è vero che Google News utilizza i contenuti generati da altri per presentarli ai navigatori e unirvi della pubblicità, da cui trae guadagno.
Dall'altro lato, è ugualmente vero che per chi gestisce un sito di notizie Google News è una vetrina preziosa che permette di ottere visibilità, visitatori e, per chi si sostenta tramite la pubblicità, anche degli introiti.
Quest'ultima funzione di "vetrina" non è stata presa in considerazione dal Parlamento tedesco, che invece si è concentrato unicamente sul primo aspetto dell'operato di Google News.
In base a ciò, ha deciso che Google deve versare una quota a ogni sito da cui attinge, per compensare l'utilizzo della proprietà intellettuale altrui.
Google si è ovviamente opposta, paragonando il proprio operato a quello di un'edicola che mette in mostra i giornali e sottolineando come la portata di una legge del genere sia molto più ampia: ogni motore di ricerca potrebbe a questo punto finire nel mirino.
«È una misura dannosa, non solo per gli utenti che non troverebbero più le informazioni che attualmente hanno a disposizione, ma anche dal punto di vista economico e giudiziario» ha affermato Oberbeck, aggiungendo poi: «Il sistema attuale, perfettamente in linea con il principio dell’uso legittimo dei contenuti, fa guadagnare tutti».
Alla legge si sono già opposti alcuni partiti, come i Verdi e il Partito Pirata, il quale ha giudicato una norma «un freno all'innovazione» che non dispone di alcuna«necessità tecnica, economica e giuridica» che la giustifichi.
A favore, ovviamente, sono gli editori tedeschi, i quali si dicono soddsifatti della fine di «anni di furti».
La norma non si applicherebbe ai siti personali e non commerciali, i quali potrebbero continuare a ripubblicare i titoli provenienti dai siti di notizie.

0 commenti:

Posta un commento

adf.ly 2.3g