Microsoft, come di neo-proprietario di Skype, attacca chi utilizza il reverse engineering per carpire il protocollo del servizio VoIP e sviluppare così prodotti interoperabili con esso. Per chi non lo sapesse il reverse engineering è quella tecnica per analizzarne in dettaglio il funzionamento, di un software o di un dispositivo, solitamente con l'intenzione di costruire un nuovo dispositivo o programma che faccia la stessa cosa senza in realtà copiare niente dall'originale.


Il portavoce di Microsoft ha detto "tentativi nefasti di sovvertire l'esperienza di Skype" e ha richiesto l'eliminazione di alcuni post relativi uno al reverse engineering e l'altro contenente dettagli tecnici sul protocollo Skype che sembrano poter aprire alla possibilità di avere una versione open source del servizio VoIP. I post a cui si riferisce sono quelli sul blog di Efim Bushmanov, hacker russo che ha annunciato al mondo il completamento della reingegnerizzazione dell'intero codice di Skype mettendo i file a disposizione di tutti; prima sul web, in seguito su torrent attraverso il network di The Pirate Bay. L'obiettivo, suggerisce Bushmanov, è quello di "liberare" Skype dai vincoli commerciali con una versione perfettamente legale e aperta del sistema di comunicazione digitale più usato. Ma la società non ha reagito particolarmente bene a questo afflato altruistico dell'hacker, promettendo di fare di tutto pur di impedire utilizzi malevoli del suo software.
In pratica, pur avendo rilasciato API per l'integrazione del suo servizio, Skype (ora di Microsoft) si oppone alla divulgazione di codice ottenuto da reverse engineering che, dice, "oltre a rappresentare una violazione di proprietà intellettuale può incoraggiare attività di spamming".
























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