
Il Governo ha deciso di accogliere le critiche e le pressioni di AGCOM e, soprattutto, di Telecom Italia.
Non sarà quindi possibile, per i gestori che affittano il doppino da Telecom, rivolgersi ad imprese diverse dall'ex monopolista per gli interventi di manutenzione.
Da una parte vi è dunque l'AGCOM, che rivendica le proprie prerogative in materia ed è sostenuta dalla Conferenza delle altre Autorità europee e dalla stessa Commissione Europea, perché l'intervento del governo avrebbe comportato un'invasione di una sua competenza tipica.
È all'AGCOM, infatti, che spetta fissare regole e costi dell'accesso alla rete, tanto che la stessa Commissione ha chiesto spiegazioni al governo italiano per l'"intromissione".
In effetti non si può non rilevare una contraddizione con quanto avviene in altri settori, quelli all'interno dei quali la stessa legge pro-liberalizzazioni delega nuove competenze all'Antitrust, per esempio in materia di trasporti.
Dall'altra parte c'è Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, il quale ha gridato all'esproprio incostituzionale: certamente un'esagerazione, perché la legge non avrebbe mutato la proprietà della Rete - che sarebbe rimasta a Telecom - ma, semplicemente, ne avrebbe liberalizzato la manutenzione delle parti in affitto.
È chiaro che consentire l'intervento ad altri tecnici - rispetto a quelli di Telecom - avrebbe potuto creare conflitti e caos organizzativo, a discapito della qualità e dell'efficienza di tutti i gestori, ma evitare ciò dovrebbe essere proprio il compito dell'AGCOM: regolamentare e trovare concrete forme di coordinamento obbligatorio.
Infine, c'è la posizione fortemente contraria dei sindacati confederali, che temevano esuberi proprio nel settore della rete: anche qui, però, il sindacato dovrebbe ottenere che l'AGCOM pretenda l'adozione dello stesso contratto delle Telco da parte dei gestori e delle loro imprese di appalto, senza forme di dumping contrattuale.Comunque, il rapporto antico di amicizia personale e di profonda sintonia professionale e politica fra Monti e lo stesso Bernabè è probabilmente stato determinante affinché le preoccupazioni di Bernabè trovassero ascolto presso il Governo.
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